Adolescenti e violenza di genere onlife: le ragazze stanno bene?
In adolescenza è la relazione con i pari, sia essa di natura amicale o sentimentale, a favorire e sostenere la costruzione e la definizione dell’identità.
In adolescenza è la relazione con i pari, sia essa di natura amicale o sentimentale, a favorire e sostenere la costruzione e la definizione dell’identità.
Save the Children ha condotto un’indagine tra gli adolescenti per verificare le loro conoscenze e convinzioni in tema di parità e violenza di genere.
E’ venuto fuori che anche nel contesto onlife (intreccio fra vita reale e digitale) di vita della adolescenti, persistono stereotipi e pregiudizi legati al genere. Questo è un punto fondamentale da cui partire: non sminuire mail il valore ed il potere delle relazioni e comunicazioni che si costruiscono e passano in rete.
Emerge infatti come nel mondo virtuali certe comunicazioni e comportamenti si amplifichino notevolmente rispetto alla vita reale. I ragazzi passano molto tempo nell’ambiente digitale dove stringono rapporti, conoscono persone nuove, si informano, si cimentano in giochi di ruolo. In rete spesso trovano possibilità relazionali ed esperienziali difficili da trovare nel mondo reale.
Questo è un dato che non si può ignorare né sottovalutare. Nella vita onlife persistono radicati messaggi estremamente polarizzati su maschile e femminile; parliamo di stereotipi relativo al corpo, al tipo di lavoro, ai comportamenti accettabili e non all’interno delle relazioni intime. Dall’indagine viene fuori che il tema della violenza di genere è sicuramente più conosciuto che in passato ma la pervasività di certi pregiudizi e comunicazioni è più forte e determina ancora comportamenti discriminanti e abusanti fra i ragazzi.
Il mito della gelosia come dimostrazione d’amore e l’alta tollerabilità e legittimazione di comportamenti di controllo nelle relazioni intime sono la dimostrazione di quanto detto sopra. Comportamenti estremamente diffusi sono richieste di non accettare nuovi contatti sui social, controllo di account social e dispositivi digitali del partner, uso della geolocalizzazione per sapere sempre dov’è l’altro.
Tutte forme di violenza indiretta estremamente presenti La violenza sia agita che subita è molto più diffusa di quanto si pensi. Per prevenire ed intervenire in maniera educativa è necessario prima di tutto conoscere e legittimare il contesto onlife nel quale gli adolescenti passano quasi la maggior parte del loro tempo. Il mezzo virtuale crea modalità di interazioni differenti ma non per questo meno valide e impattanti.
L’effetto megafono non può essere sottovalutato. Solo così possiamo lavorare per un’educazione digitale che non sia solo un’educazione tecnica all’uso dello strumento ma anche civica, socio emotiva. Un’educazione che mostri l’impatto e le conseguenze di comportamenti violenti agiti in rete. Un’educazione che sviluppi empatia, uno sguardo all’altro vero dove è necessario essere consapevoli che ogni nostro messaggio, comportamento, giudizio violento ha delle conseguenze negative, a volte nefaste.
Per un maggior approfondimento rimando alla lettura dell’indagine completa: https://www.savethechildren.