Domande & Risposte frequenti

FAQ

Il percorso prevedere un colloquio a settimana della durata di 50 massimo 60 minuti. Si inizia con tre incontri conoscitivi nei quali raccolgo informazioni per inquadrare meglio la richiesta della persona e farmi un’idea del lavoro da fare insieme. I tre colloqui servono al contempo alla persona per valutare se con me si trova bene e si sente a suo agio. Al termine di questo primo momento decidiamo se intraprendere un percorso di terapia oppure no e definiamo in linea generale gli obiettivi del nostro lavoro insieme.

Per prima cosa è necessario il consenso di entrambe i genitori o del genitore affidatario trattandosi di persone minorenni. A volte la richiesta di terapia viene dall’adolescente, altre volte parte dei genitori. In ogni caso, al primo incontro invito la famiglia a partecipare così da poter osservare le dinamiche relazionali fra i membri, sondare le aspettative e la motivazione di ciascuno e spiegare le regole della terapia. Durante questo incontro mi rivolgo al ragazzo/a e spiego ai genitori che questo è e deve restare lo spazio terapeutico del figlio che ho il compito di proteggere e preservare. Il segreto terapeutico è fondamentale anche quando si lavora con i minorenni. Pertanto invito i genitori al rispetto di questo confine necessario affinché la terapia possa funzionare. A seconda del grado di autonomia del ragazzo/a valuto se e come comunicare con i suoi genitori previo il suo consenso.
Il tempo di una psicoterapia non è definibile a priori. Non si può stabilire in anticipo dopo quanto tempo il percorso può dirsi concluso. Ogni persona ha i suoi ritmi ed i suoi tempi che vanno rispettati e accolti. Detto questo ci si impegna per arrivare il prima possibile a star meglio. In linea generale la fine si concorda insieme col paziente che sente di aver raggiunto un miglior equilibrio interiore, una maggiore autonomia ed è in grado di ascoltare i suoi bisogni e soddisfarli pienamente.

Se è anche psichiatra si. Se è uno psicologo specializzato in psicoterapia no perchè non è abilitato alla prescrizione di una terapia farmacologica. Può però avvalersi della collaborazione di un collega psichiatra qualora ritenga che il suo paziente necessiti di un sostegno farmacologico a supporto della psicoterapia.

Sono specializzata in psicoterapia della Gestalt, un approccio post analitico nato negli anni 50’. La Gestalt lavora sul qui e ora, sul presente della persona aiutandola a risolvere tutte quelle situazioni incompiute del passato che non le permettono di vivere pienamente la sua esistenza. In Gestalt si lavora per ristabilire la capacità della persona di fare contatto con i suoi bisogni più autentici e soddisfarli pienamente. Strumenti di lavoro in Gestalt sono la relazione, le emozioni, il corpo, il lavoro con i sogni e diverse tecniche espressive che aiutano la persona e la sostengo nel suo percorso di scoperta e riscoperta di sé.