Adolescenza

“Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa adolescente; il giorno in cui li perdona, diventa adulto; il giorno in cui perdona sé stesso, diventa un saggio”

Alden Albert Nowlan

Adolescenza

Il lavoro clinico con i ragazzi di età compresa tra i 14 ed i 18 anni non può prescindere da un’analisi del contesto famigliare e sociale nel quale vivono e crescono gli adolescenti oggi. In che mondo siamo? Individualismo, culto dell’immagine, culto del profitto, incertezza del futuro sono solo alcuni degli ingredienti della società contemporanea.

Da diversi anni mi occupo di adolescenza e sicuramente il tempo della pandemia ha contribuito a far emergere ed esacerbare forme di disagio e sofferenze già presenti: ansia, depressione, ritiro sociale, gesti autolesivi, disturbi del comportamento alimentare, tentati suicidi: il corpo è sempre più bersaglio e palcoscenico di questa sofferenza.  Futuro è una parola che non evoca energia, propositività, speranza. Futuro è un tempo che si spera di non raggiungere mai perché considerato il tempo dell’impossibilità, del fallimento personale e sociale.  La trasgressione, in passato motore propulsivo della crescita adolescenziale, è stata sostituita dalla delusione: un progressivo ritiro dalla scena sociale, dalla scuola non per disinteresse ma per paura di deludere, di non rispettare determinati standard di rendimento. Mancano luoghi e spazi dove gli adolescenti si sentano ascoltati, coinvolti, chiamati ad esprimersi, a scegliere, a valutare. 

L’adolescenza è il tempo della differenziazione, dell’affermazione di un nuovo Sé che lascia l’onnipotenza infantile. Ogni adolescente ha un suo specifico funzionamento affettivo e psichico e affronta questa fase evolutiva a modo suo, ma oggi questo compito gli risulta veramente difficile.  Oggi il fallimento, il limite, non sono contemplati, siamo nella società della performance, della visibilità del corpo a tutti i costi, dove il dolore, il fallimento sono segni di debolezza, non più esperienze necessarie alla crescita.  Il mondo adulto, famiglia, scuola, è impreparato nei confronti dei suoi figli adolescenti, incapace di contenere la paura, il dolore, il dubbio, emozioni ed esperienze costitutive ed evolutive.

Dalla mia esperienza clinica osservo che temi frequenti durante i colloqui sono: la paura di deludere, paura di crescere, di non riuscire a soddisfare le aspettative degli altri, vergogna, senso di inadeguatezza, rapporto conflittuale col corpo, bisogno estremo di essere ascoltati, riconosciuti come persone in grado di incidere nel mondo con le proprie idee e valori.  Il mondo che abbiamo costruito è un mondo virtuale nel quale gli adolescenti crescono affrontando esperienze sociali. Il tempo che passano su internet non è tempo perso, è un tempo di connessione con gli altri, di esperienze e conoscenze. Internet rappresenta oggi più che mai un aspetto reale della vita che non si può disconoscere. 

Nel mio lavoro clinico chiedo ai ragazzi cosa fanno online, cosa incontrano, che tipo di esperienze cercano, quali emozioni vivono. È necessario scoprire il significato preciso dell’utilizzo di internet nel percorso di crescita con l’obiettivo di creare una connessione ed una relazione che li aiuti nel difficile compito di diventare adulti in un mondo incerto. 

Non è più il tempo delle regole, oggi più come mai è il tempo della relazione. È il tempo di essere adulti autentici che non hanno tutte le risposte pronte, che soffrono, sono a disagio, sbagliano, falliscono.  È necessario riscoprire la gioia del fare disinteressato, dell’utilità dell’inutile, del piacere di coltivare i propri talenti senza fini immediati.  Oggi più che mai il lavoro con gli adolescenti chiama alla costruzione di un legame che diventi luogo e spazio di dialogo, condivisione, affermazione. Un legame che faciliti la scoperta di idee, valori, nuovi modi di vivere. Legame nel quale assegnare loro nuovi compiti e fornire occasioni per sperimentare nuove abilità