Prevenzione, stati limite ed esordio psicotico in preadolescenza e adolescenza

Il lavoro con adolescenti e giovani adulti chiama noi clinici allo sviluppo della capacità di discriminare le manifestazioni tipiche dell’adolescenza dai primi probabili segnali di una condizione di disagio.

Il lavoro con adolescenti e giovani adulti chiama noi clinici allo sviluppo della capacità di discriminare le manifestazioni tipiche dell’adolescenza dai primi probabili segnali di una condizione di disagio.

Si lavora nell’ottica della prevenzione e dell’eventuale individuazione precoce di segnali di sofferenza che, se trascurati, potrebbero condurre allo sviluppo di un disturbo psicologico vero e proprio.

L’adolescenza è una fase della vita fatta di crisi e trasformazioni che sono alla base dei processi fisiologici di costruzione del sé. Pensiero magico, esperienze e comportamenti bizzarri, alterazioni del funzionamento, perdita o mancanza di iniziativa, emozioni intense sono tutti aspetti e caratteristiche del periodo adolescenziale.

La valutazione del funzionamento psichico degli adolescenti richiede fluidità e capacità di differenziare tra i normali processi di crescita e aspetti preoccupanti dove è a rischio il processo evolutivo.

In alcune situazioni la sofferenza psichica è così intensa e pervasiva da determinare un blocco o un deterioramento del funzionamento globale dell’adolescente. In questi casi parliamo di stati limite, condizioni mentali in cui il corpo dell’adolescente agisce e somatizza questa sofferenza. In questi casi si osservano ridotta capacità di pensare, aspettare, riflettere e difficoltà nel rappresentare desideri, affetti e sensazioni.

Il vuoto di pensiero è all’origini delle continue oscillazioni tra investimento ed attacco dei confronti dell’ambiente esterno. Scarsa tolleranza alla noia, sentimenti di vuoto ed inutilità, ipersensibilità alla perdita e all’abbandono espongono ad una angosciosa irrequietezza. Le relazioni sono instabili e caotiche.

Gli stati limite negli adolescenti si organizzano di solito intorno all’impulsività: possono presentarsi passaggio all’atto, gesti suicidali e autolesivi, difficoltà scolastiche, condotte devianti e tossicomaniche, difficoltà sessuali, manifestazioni centrate sul corpo.

La psicosi in età preadolescenziale ed adolescenziale si manifesta in un periodo che va da 1 a 5 anni dopo la comparsa dei primi sintomi ed il suo decorso è lento ed insidioso. Colpisce una bassa percentuale della popolazione mondiale ed i primi segni sono visibili già entro i 18 anni.

I primi segnali di sofferenza si presentano a scuola: calano il rendimento e la frequenza fino ad arrivare a casi di vero e proprio abbandono. Si osservano declino del livello intellettivo globale, calo dell’attenzione, della memoria di lavoro e della capacità di problem solving.

Possono verificarsi inoltre progressivo ritiro sociale, appiattimento dell’affettività, difficoltà nel riconoscere le emozioni, scarsa volizione, difficoltà nel portare avanti le attività quotidiane. Di solito quest’ultimo gruppo di sintomi sono quelli antecedenti all’esordio psicotico vero proprio.

Parliamo di stato mentale a rischio o esordio precoce quando accanto ai cambiamenti nel comportamento compaiono sintomi quali deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato in forma lieve, di durata ed intensità inferiori rispetto ai sintomi psicotici veri e propri. Accanto a questo si osserva un elevato livello d’angoscia.

Di solito nei bambini e negli adolescenti sono presenti dispercezioni, contenuti insoliti del pensiero, disturbi d’ansia e disturbi depressivi.

Difronte a queste situazioni è fondamentale è entrare in un’ottica preventiva non sottovalutando mai i primi segnali di disagio osservabili a casa e/o a scuola. Osservare, stare in ascolto sono azioni necessarie ed indispensabili per famigliari ed educatori. Ciò non significa angosciarsi e pensare al peggio ma intervenire tempestivamente, prendersi cura sin da subito, non trascurare mai i primi malesseri così da poter evitare che si configuri un disturbo psicologico vero e proprio.

È importante attenzionare subito queste manifestazioni e procedere con una valutazione psicologica completa che indaghi la storia dello sviluppo, quella famigliare, i sintomi riferiti, i contesti in cui si manifestano, l’impatto che queste condizioni hanno sulla vita della persona. L’individuazione di una condizione di sofferenza quale lo stato mentale a rischio o esordio precoce va fatta con molta attenzione e cautela usando tutti gli strumenti di valutazione necessari onde evitare un’eccessiva stigmatizzazione e patologizzazione.

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